Call for papers - Convegno internazionale di studi "La nuova età del bronzo", Roma, 22-23 febbraio 2023

            




 

Convegno internazionale di studi

La nuova età del bronzo

Fonderie artistiche nell’Italia post-unitaria (1861-1915)

Patrimonio d’arte, d’impresa e di tecnologia

Roma, Accademia Nazionale di San Luca, 22-23 febbraio 2023

 

 

L’Italia potrebbe anche dirsi una terra di fonderie e di fonditori d’arte. La storia racconta di una Penisola dove l’arte della fusione in bronzo rivisse in maestri dal rinascimento al barocco come Donatello, Benvenuto Cellini e Gian Lorenzo Bernini, o in famosi opifici quali la Fonderia Vaticana a Roma, la Fonderia del Granduca a Firenze o le fonderie per campane di Agnone. Ma anche l’oggi va nella stessa direzione. L’oggi racconta di un settore di oltre 1.000 imprese e 30.000 addetti, che producono ogni anno circa 2.3 milioni di tonnellate di fusioni, per un fatturato di 7 miliardi di euro: numeri che valgono all’Italia il secondo posto in Europa e il nono al mondo.

 

Fra i due estremi, la storia e l’oggi, un momento chiave nella vicenda delle fonderie d’arte italiane cade fra il 1861 e il 1915. All’indomani dell’Unità, il paese soddisfece una richiesta crescente di oggetti d’arte e di arti applicate in metallo, che proveniva sia dall’interno che dall’esterno dei confini. Bisognava fra l’altro rendere omaggio pubblico nelle piazze e nelle strade del Regno agli eroi risorgimentali, eternandoli in monumenti, arredare in ghisa, in ferro e poi in acciaio le città o rispondere al nuovo gusto borghese per piccoli bronzi da salotto, talvolta originali di maestri contemporanei, più spesso riproduzioni da capolavori dell’arte classica o rinascimentale.

 

Questi e altri elementi, concatenati e interconnessi, spiegano la fioritura in molte città della Penisola di una nuova generazione di fonditori. Interpreti della tradizione italiana ma soprattutto aggiornati sui progressi tecnologici della rivoluzione industriale, costoro si sovrapposero a precedenti realtà locali, spesso sostituendole, per diventare un’ulteriore versante di quel più ampio fenomeno noto come il ‘Recupero del Rinascimento’. Così configurato, questo settore dell’industria dell’arte innescò un meccanismo di competizione con le imprese più avanzate d’Europa, da Parigi e Londra a Monaco, Berlino e Vienna.

 

Diverse fonderie e distretti artistici italiani del periodo risultano ormai noti. Il discorso sembra valido per Milano, Brescia e dintorni, per Verona, Lucca e Pistoia, per Roma e anche per Napoli e Palermo. D’altro canto, un congruo numero rimane in attesa di un’adeguata ricognizione scientifica. Quel che forse più conta: manca ancora un tessuto di ricerca, in grado di rendere conto del fenomeno sul piano nazionale e internazionale, come pure di restituirlo in termini comunicativi moderni. Solo in questo modo sarà possibile ritrovare quella sorta di anello mancante nella lunga tradizione italiana dell’arte della fusione, capace di tenere unita la Penisola artigiana di ieri al Made in Italy di oggi.

 

Il convegno è frutto di una convenzione tra l’Accademia di Belle Arti di Brera, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi “Roma Tre” e l’Università degli Studi di Teramo, Dipartimento di Scienze della Comunicazione, si svolge con il sostegno della Fondazione “Luigi Spezzaferro” ONLUS, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca, l’Archivio Centrale dello Stato, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e il Museo Internazionale della Ghisa – Fondazione Neri, e con il patrocinio dell’Associazione Italiana Fonderie.

 

Il convegno si svolge dal 22 al 23 febbraio 2023 presso l’Accademia di San Luca, a Roma. L’Accademia, fondata nel 1593, da sempre annovera tra i propri obiettivi una migliore e più ampia comprensione del mondo dell’arte e del lavoro degli artisti. Gli atti del convegno sono destinati a confluire in un numero monografico de “Il capitale culturale. Studies on the value of cultural Heritage”, rivista di Fascia A per l’area 10 e per il settore 11/B1 – Geografia.

 

 

Comitato organizzativo

Prof. Paolo Coen, Università degli Studi di Teramo

Prof. Mario Micheli, Università degli Studi Roma Tre

Prof. Sandro ­Scarrocchia, Politecnico di Milano

 

 

Comitato scientifico

Dott.ssa Raffaella Bassi, Fondazione Neri – Museo Italiano della Ghisa, Longiano, FC

Prof. Paolo Carafa, ‘Sapienza’ Università di Roma

Prof. Paolo Coen, Università degli Studi di Teramo

Prof.ssa Donata Levi, Università degli Studi di Udine

Prof. Fabio Mangone, Università degli Studi di Napoli Federico II

Prof. Mario Micheli, Università degli Studi Roma Tre

Prof. Simone Misiani, Università degli Studi di Teramo

Prof. Luca Monica, Politecnico di Milano

Prof. Pierfrancesco Palazzotto, Università di Palermo

Prof.ssa Annalisa B. Pesando, Politecnico di Torino

Prof. Pietro Petraroia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Prof. Stefano Pizzi, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano

Prof. Gaetano Sabatini, Consiglio Nazionale delle Ricerche

Prof. Sandro Scarrocchia, Politecnico di Milano

Prof. Claudio Strinati, Accademia Nazionale di San Luca, Roma


 

Lingue ufficiali

Italiano, inglese, francese

 

Indirizzo postale

Convegno internazionale di studi “La Nuova Età del Bronzo”, c/o prof. Paolo Coen, Università degli Studi di Teramo, Facoltà di Scienze della Comunicazione, Via R. Balzarini, 64100, Teramo, TE

 

Indirizzo telematico

e-mail: fonderieitaliane.1861-1915@gmail.com

 

Blog

https://fonderieartisticheitaliane1861-1915.blogspot.com/




 




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Convegno internazionale di studi

La nuova età del bronzo

Fonderie artistiche nell’Italia post-unitaria (1861-1915)

Patrimonio d’arte, d’impresa e di tecnologia

Roma, Accademia Nazionale di San Luca, 22-23 febbraio 2023

 

 

 

Obbiettivi generali

 

Il convegno intende stimolare la riflessione sul tema attraverso diversi tipi di orientamento critico e privilegiando gli approcci interdisciplinari.

 

Chi lo desideri può riferirsi alla storia dell’arte o alla storia dell’archeologia e perciò fra l’altro analizzare gli aspetti linguistico-formali, iconografici, materiali, tecnici dei monumenti e/o degli altri manufatti in metallo usciti dalle fonderie italiane, come pure la committenza, il collezionismo, il mercato, il pubblico e la critica – includendo la considerazione e la valutazione dei singoli artisti – o infine la fruizione, eventualmente attraverso il meccanismo del Museo.

 

Lo stesso tema si presta a una lettura di tipo urbanistico e architettonico. Dove, come, da chi e in base a quali motivi furono collocati i prodotti delle fonderie italiane, dai grandi monumenti in bronzo agli arredi urbani? Esistevano diversi criteri, oppure uno soltanto? Sono soltanto alcune delle domande possibili.

 

Notevoli margini di interesse riscuotono il piano della storia e quello strettamente connesso della storia economica. Del genere: che peso occuparono le fonderie italiane nel quadro economico complessivo del Regno d’Italia e/o nel settore della siderurgia? O nei nuovi distretti industriali che proprio adesso stavano facendosi strada, a Milano come a Verona e dintorni? Una seconda domanda, importante fra l’altro per la “storia materiale” o la storia dei consumi domestici, si appunta sulla moda per l’oggettistica in bronzo: tale moda, registrata in in Francia almeno dal 1830-1840, trova un corrispettivo nell’Italia postunitaria, eventualmente partendo dall’evidenza degli inventari dei beni?

 

Anche la componente della tecnologia ebbe la sua dimensione e il suo peso specifico. Rispetto ai precedenti mastri fonditori, che erano radicati a una tradizione secolare della bottega, gli imprenditori in bronzo italiani si resero protagonisti di un notevole balzo in avanti, entrando a pieno titolo nel confronto tra arte e rivoluzione industriale, nell’Italia dell’epoca più vivo che mai. Questo balzo tecnologico trova sovente eco nelle pubblicazioni promozionali, nelle cronache o nelle motivazioni dei premi assegnati nei vari concorsi.

 

Importante risulta anche il tema della comunicazione. Fin dal loro apparire, i monumenti usciti dalle fonderie d’arte italiane furono soggetti a descrizioni e recensioni scritte, come pure a riproduzioni, sia litografiche, sia in fotografia. Serie di riviste come “Emporium” o “Arte Italiana Decorativa e Industriale” o “L’Illustrazione italiana” parlano in tal senso molto chiaro. Comprendere quali furono i soggetti maggiormente rappresentati o anche gli strumenti, i destinatari e gli obiettivi della comunicazione potrebbe certamente ampliare la conoscenza del fenomeno e determinare risultati inattesi.

 

 

Linee guida della call for papers

 

1.     Il rapporto fra artisti e fonditori: linguaggi, dinamiche e strumenti nel processo produttivo

 

2.     Le riviste italiane e il loro ruolo nel promuovere e comunicare i prodotti delle fonderie artistiche

 

3.     Bronzi originali, riproduzioni e prodotti seriali, dall’Antico al contemporaneo

 

4.     La partecipazione delle fonderie italiane alle esposizioni universali, nazionali e/o locali

 

5.     La memoria materiale e immateriale delle fonderie artistiche: questioni di tutela e di valorizzazione, dentro e fuori dal Museo

 

6.     Dall’Italia al resto del mondo: geografia e geologia delle esportazioni di uomini e di oggetti d’arte

 

7.     Questioni di mercato dell’arte: agenti, intermediari e distributori

 

8.     Dalla bottega al ciclo del design: la formazione professionale e artistica

 

9.     Dal cucchiaio alla città: micro architetture e grandi infrastrutture

 

10.  Lo stato dell’arte: fonti e archivi

 

11.  La domanda di bronzi artistici: valore e ciclo economico; domanda pubblica e domanda privata; domanda per fini di produzione industriale e domanda per consumi finali di prodotti artistici o ornamentali;  

 

12.  L’impresa fonderia artistica e le sue reti sul territorio: analisi quantitativa e sociale; apporto al reddito del settore siderurgico; consistenza quantitativa e tipologie (imprese artigianali o industriali); concentrazione geografica di capitale, etc. 

 

13.   Gli effetti sul settore delle fonderie delle politiche commerciali: dal laissez faire alle misure di protezione nazionale nel XIX secolo

 

14.   Storia sociale della borghesia liberale: l’ingresso dei bronzi nelle abitazioni come simbolo di identità sociale; estetica delle nuove città borghesi; eredità e conseguenze nel Novecento

 

 

Redazione e termini della call for papers

 

Ogni proposta deve comporsi di due parti: il riassunto, o abstract, della relazione, della lunghezza massima di 1000 battute); il profilo del relatore o della relatrice, della lunghezza massima di 2000 battute, con in evidenza il curriculum di studi e l’attuale posizione professionale. Le due parti vanno inserite in un solo file Word o PDF.

Il file va spedito entro le 24.00 del 15 dicembre 2022 ai seguenti indirizzi telematici:

fonderieitaliane1861.1915@gmail.com (indirizzo principale);

prof. Paolo Coen pcoen@unite.it (in copia).

 



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