Calchi, copie, fusioni di nuovi monumenti e puliture di capolavori in bronzo: verso la nascita della figura di restauratore dei metalli nella Firenze postunitaria
La produzione di manufatti artistici ad opera dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze viene portata avanti anche dopo l'Unità d'Italia: mosaicisti e ‘maestri di rilievo’ continuano a interfacciarsi con alcuni ‘bronzisti’. Osservando il bronzetto con l'Italia liberata, tratto dal modello di Paolo Ricci (1835-1892), è possibile immaginare lo scultore impegnato nella lavorazione di litotipi, ma anche in operazioni di formatura volte all'ottenimento di alcuni ‘getti’. La documentazione conservata presso l’Archivio di Stato o presso quelli di Opificio e Gallerie fiorentine, include i nomi di questi e di altri professionisti (come ‘meccanici’ e ‘fonditori’), richiesti anche per la pulitura di alcuni oggetti d’arte da parte dei principali musei fiorentini e di un neonato Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti. Tra i nomi spicca quello di Clemente Papi (1803-1875), ‘Real Fonditore’ e ‘primo Fonditore d’Italia’, impegnato nella realizzazione di nuove statue celebrative, ma anche nella traduzione in bronzo di molti capolavori. In via degli Alfani, presso la sede dell’Opificio, la copia in bronzo del San Giorgio di Donatello invita a indagare la storia della sua realizzazione, portata a termine solo dopo la morte di Papi, nel 1892, quando la fonderia era già passata in mano ai fratelli Galli. Le vicende narrate si intrecciano con la storia della nascita di un laboratorio di restauro dei metalli a Firenze, che il presente contributo intende tracciare riportando le ‘voci’ di alcuni protagonisti e analizzando il gergo tecnico da loro adottato in relazione alla fusione di bronzi.
Ne parleranno Maria Baruffetti e Giuseppe Rizzo.
Maria Baruffetti è funzionaria Restauratrice Conservatrice presso il Settore Bronzi e Armi antiche dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e docente di discipline tecniche del restauro presso la Scuola di Alta Formazione e Studio del medesimo Istituto. Il suo percorso formativo si apre con il conseguimento della maturità artistica presso l’Istituto Statale d’Arte di Massa. Frequenta poi l'Accademia di Belle Arti di Carrara, salvo interrompere gli studi per l'ammissione alla Scuola Di Alta Formazione dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dove si laurea nel 2015 con una tesi sul bronzetto rinascimentale. Subito dopo la laurea ha potuto lavorare con diversi colleghi e condurre restauri su manufatti diversi, spaziando dai reperti archeologici ai manufatti scientifici, dalle suppellettili ecclesiastiche alle sculture rinascimentali o contemporanee. Nel 2017 è ammessa alla scuola di dottorato del Dipartimento SAGAS dell’Università degli Studi di Firenze, presentando un progetto sul lessico tecnico e conservativo della scultura in bronzo. Nel dicembre 2018 sospende temporaneamente gli studi per prendere servizio come Funzionaria Restauratrice, essendo risultata vincitrice dell'ultimo concorso MIBACT. Porta comunque a termine il dottorato di ricerca nel 2021, presentando una proposta di glossario per la conservazione della scultura in bronzo, con la descrizione standardizzata delle tecniche esecutive, dei fenomeni di degrado e dei procedimenti di restauro. Per raggiungere tale obiettivo, ha analizzato il gergo del mondo della conservazione in un dato territorio di riferimento, ovvero nella città di Firenze, con particolare occhio di riguardo per quello dei fonditori, degli operatori e dei restauratori che hanno gravitato attorno alle prime configurazioni dell’Istituto di conservazione presso cui oggi presta servizio. Il contributo di Maria Baruffetti è presentato con la collaborazione di tutto il Settore Bronzi e Armi antiche dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, attualmente diretto dalla dottoressa Laura Speranza.
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